Prefazione  (all'edizione italiana)
di John Gribbin
 

Successivamente alla pubblicazione della prima edizione inglese di questo libro, i fisici hanno scoperto la legge della natura che impedisce l'insorgere di paradossi temporali e quindi permette di viaggiare nel tempo. Si tratta della stessa legge che garantisce che la luce viaggi in linea retta, e che sta a fondamento della versione più semplice della teoria quantistica oggi disponibile, sviluppata da Richard Feynman mezzo secolo fa.
Come spiegherò in questo libro, i fisici relativisti hanno cercato, negli ultimi sette anni, di affrontare il viaggio nel tempo, da quando Kip Thorne e i suoi colleghi del Caltech hanno scoperto - con loro grande sorpresa - che non c'è nulla nelle leggi della fisica che lo vieti (in particolare nella relatività generale). Le leggi della fisica permettono che la macchina del tempo esista in numerosi modi, tra i quali il più studiato dal punto di vista matematico è il "cunicolo" (wormhole): un tunnel attraverso lo spazio e il tempo che collega due diverse regioni dellíUniverso (spazi e tempi diversi). Le due "imboccature" potrebbero essere vicine nello spazio, ma separate nel tempo, cosicchè il cunicolo potrebbe essere utilizzato come tunnel temporale. La realizzazione di un dispositivo di questo genere presenterebbe grandissime difficoltà: bisognerebbe manipolare buchi neri di massa pari a molte volte quella del Sole. Ma il cunicolo potrebbe verosimilmente nascere in natura in modo spontaneo, sia su grande scala che su scala microscopica.
Una simile prospettiva preoccupa i fisici perchè solleva dei paradossi, ben noti agli appassionati di fantascienza. Ad esempio un viaggiatore del tempo potrebbe tornare nel passato e uccidere la propria nonna accidentalmente (o persino deliberatamente), in modo che non nasca né la propria madre né egli stesso. Chiaramente è davvero arduo descrivere le persone dal punto di vista matematico; ma nei calcoli dei fisici relativisti si trova un paradosso equivalente a quello appena descritto: una palla da biliardo entra nell'imboccatura di un cunicolo, riemerge nel passato dall'altra imboccatura e collide con la versione precedente di sé diretta verso la prima imboccatura, cosicché la palla non entra affatto nel tunnel temporale (vedi Capitolo Sette). Ma, naturalmente, sono possibili molti percorsi "auto-consistenti" attraverso il tunnel nelle quali le due versioni della palla da biliardo non interferiscono mai tra loro.
Se il viaggio nel tempo è possibile - e dopo sette anni di intense ricerche tutte le prove concordano in suo favore -, sembra che debba esistere in natura una legge che impedisca líinsorgere di questi paradossi e permetta solo viaggi auto-consistenti attraverso il tempo. Nel 1989 Igor Novikov, ricercatore presso il P. N. Lebedev Institute di Mosca e presso il NORDITA (il Nordic Institute for Theoretical Physics) di Copenhagen, ha messo per la prima volta in rilievo la necessità di un "principio di auto-consistenza" con questi requisiti1. Lavoran-do con un grande gruppo di colleghi in Danimarca, Canada, Russia e Svizzera, Novikov ha recentemente scoperto il fondamento di questo principio.
Si tratta del cosiddetto "principio di minima azione", già conosciuto, sotto altre forme, sin dallíinizio del diciassettesimo secolo.  Esso descrive le traiettorie di oggetti come un raggio di luce che viaggia dal punto A al punto B o la caduta di una palla lanciata dalla finestra dell'ultimo piano di un edificio. Oggi sembra che descriva anche la traiettoria di una palla da biliardo attraverso un tunnel temporale. In questo senso líazione misura sia líenergia spesa durante il tragitto che il tempo impiegato. Per la luce (che è sempre un caso a sé) ciò si riduce al solo tempo impiegato: il principio di minima azione diviene principio del minimo tempo; è questo il motivo per cui la luce viaggia in linea retta.
Si può vedere in opera il principio del minimo tempo quando la luce, emessa da una sorgente nell'aria, penetra una lastra di vetro, dove viaggia a una velocità inferiore. Per poter percorrere nel minor tempo possibile la distanza che separa la sorgente A - esterna al vetro - dal punto B - interno al vetro -, la luce deve viaggiare lungo una certa retta fino a incontrare la superficie della lastra, poi deviare di un certo angolo e infine proseguire lungo uníaltra retta (a velocità inferiore) sino al punto B. Qualunque altra traiettoria richiederebbe più tempo.
L'azione è una proprietà dellíintera traiettoria e in qualche modo la luce (ovvero la "natura") sa sempre scegliere il tragitto più semplice e meno dispendioso. In modo analogo il principio di minima azione può essere applicato per descrivere líintera traiettoria curvilinea di una palla lanciata dalla finestra, una volta che sia stato specificato il tempo di caduta. Anche se la palla può essere lanciata a velocità e in direzioni diverse (più lentamente e verso líalto o più rapidamente e in orizzontale) e riuscire comunque a uscire da una finestra, sono possibili solo quelle traiettorie che soddisfano il principio di minima azione.
Novikov e i suoi colleghi hanno applicato il medesimo principio alle "traiettorie" delle palle da biliardo allíinterno dei tunnel temporali, considerando sia il caso dell' "auto-collisione" (con i paradossi che ne conseguono) sia il caso in cui questa collisione non si verifichi. Grazie a complessi calcoli matematici, questi scienziati hanno dimostrato che in entrambi i casi solo le soluzioni auto-consistenti delle equazioni soddisfano il principio di minima azione, ovvero, per usare le loro stesse parole, "tutto líinsieme di traiettorie classiche complessivamente auto-consistenti può essere ottenuto in modo semplice e diretto imponendo il principio di minima azione"1. Il termine "classiche" significa nel presente contesto che gli scienziati non hanno ancora provato a includere nei loro calcoli le regole della meccanica quantistica. Ma non cíè ragione di ritenere che, se così facessero, le loro conclusioni verrebbero alterate.
Feynman, affascinato dal principio di minima azione, riformulò la meccanica quantistica interamente sulla sua base, usando la cosiddetta formula della "somma delle storie" o degli "integrali sulle traiettorie", perché, al pari di un raggio di luce che sembra "intuire" il percorso più breve per andare da A a B, essa tiene conto di tutte le traiettorie possibili nel selezionare quella più conveniente.
Dunque líauto-consistenza è una conseguenza del principio di minima azione: la natura aborrisce i paradossi creati dai viaggi nel tempo. Se ancora non siete convinti, dovreste almeno tener conto del parere di Stephen Hawking, uno dei maggiori esperti di buchi neri e di fenomeni a essi attinenti. Per anni Hawking è appartenuto alla schiera degli scettici e ha sostenuto che doveva esistere qualche legge fisica che avrebbe impedito il viaggio nel tempo. Nel 1995, alla luce delle nuove ricerche di Novikov e dei suoi colleghi, cambiò idea e dichiarò che, dopotutto, il viaggio nel tempo potrebbe essere possibile, anche se ancora estremamente difficile da realizzare. Queste scoperte rimuovono líultima obiezione che i fisici avanzavano al viaggio nel tempo a livello teorico; agli ingegneri del futuro rimarrà così il compito di Costruire la macchina del tempo.

La pagina inglese di John Gribbin ricca di informazioni si trova
a http://epunix.biols.susx.ac.uk/Home/John_Gribbin/
 

 
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